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Sbiancamento dentale
Avere i denti sani delle volte può non bastare per avere un sorriso impeccabile. Ed è in questi casi che ci si affida allo sbiancamento dentale
Una pratica che è giunta relativamente tardi nel nostro paese ma che, ormai, ha preso posto tra gli interventi di odontoiatria estetica più richiesti e graditi dai pazienti.
Lo sbiancamento dentale può essere praticato a casa, utilizzando prodotti reperibili in farmacia, oppure, in maniera più professionale, nello studio del proprio dentista. Entrambe le soluzioni hanno in comune l’utilizzo del medesimo principio attivo: il perossido di idrogeno.
Metodi casalinghi o “Fai da Te”
La forma più diffusa in commercio è quella in strisce. Queste devono essere fatte aderire ai denti per qualche minuto ogni giorno, per almeno quindici giorni consecutivi. Il risultato, anche se non paragonabile a quello del trattamento professionale, è discreto. Ed il prezzo abbordabile.
Oltre alle strisce esistono altre forme di sbiancamento dentale “fai da te” in commercio, tutti accumunati dalle seguenti caratteristiche:
- nessuna necessità della supervisione del dentista
- concentrazione di perossido di idrogeno inferiore al 6 %
- mezzi di applicazione standard e non progettati appositamente sul soggetto
- sbiancamento raggiungibile pari a, massimo, 5 tonalità
- tempo di applicazione prolungato
- durata dei risultati dai 6 ai 12 mesi
- costi bassi
Metodi Professionali.
Queste tecniche sono suddivisibili in due grandi categorie:
- quelle da utilizzarsi al proprio domicilio (At-home bleaching)
- quelle destinate allo studio dentistico (In-Office bleaching).
Entrambe presentano le medesime caratteristiche:
- necessità della supervisione del dentista
- concentrazione di perossido di idrogeno compresa tra il 6 e il 35 %
- mezzi di applicazione progettati appositamente sul soggetto
- sbiancamento raggiungibile pari a 15 tonalità
- tempo di applicazione ridotto
- durata dei risultati dai 2 ai 5 anni
- costi relativamente elevati
Tra le tecniche da praticare al proprio domicilio la più diffusa è la Nightguard bleaching, la cui preparazione consta delle seguenti fasi:
- Il soggetto viene sottoposto a una seduta d’igiene orale professionale.
- Vengono prese le impronte delle due arcate dentarie.
- Si realizzano delle mascherine individualizzate.
- Le mascherine vengono consegnate al paziente, insieme al prodotto sbiancante contenuto in apposite siringhe.
A partire dalla sera stessa comincia il trattamento da protrarsi per dieci giorni. Il paziente deve:
- lavarsi i denti e passare il filo interdentale
- inserire il gel nel serbatoio delle mascherine
- indossare queste ultime e tenerle per tutta la notte
- rimuovere le mascherine al risveglio e sciacquarle con acqua corrente fredda.
Tra le tecniche da praticare in studio (In-Office bleaching), dette anche “alla poltrona”, se ne distinguono due tipi:
- senza attivazione luminosa (dentist-administered bleaching),
- con attivazione luminosa (power bleaching).
Nel primo caso l’odontoiatra distribuisce il gel sui denti del paziente e lo lascia agire per circa 45 minuti. La percentuale di perossido è pari al 35%.
Nel secondo caso, dopo aver applicato il gel sbiancante, i denti vengono esposti ad una sorgente luminosa (lampada alogena, al plasma o laser) che accelera la reazione. L’applicazione può essere ripetuta fino a 3 volte, per un tempo variabile da 1 a 15 minuti. L’utilizzo della sorgente luminosa catalizzatrice permette di usare concentrazioni di perossido di idrogeno inferiori al 35%. Ciò riduce il rischio di sensibilizzazione dentinale.